“La tornata di nomine si è risolta in una mera operazione di potere all’interno della maggioranza, con scelte discutibili e lasciando totalmente ai margini un punto fondamentale: in relazione a quali missioni strategiche per il Paese sono stati indicati i vertici delle società a partecipazione pubblica. Questo è un tema su cui è necessario discutere e confrontarsi in Parlamento, perché altrimenti il rito delle nomine si esaurisce in un regolamento dei rapporti di forza nella maggioranza, senza alcuna connessione con i grandi obiettivi per il Paese, dall’attuazione del PNRR alla doppia transizione ecologica e digitale per il quale il ruolo delle grandi società partecipate è assolutamente cruciale”.

Così in una nota Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Nazionale del Partito democratico.

” C’è un punto che nel dibattito è rimasto completamente oscurato: vengono fatte le nomine, ma per fare che cosa? In relazione a quali missioni strategiche per il Paese?”

“Questo è un tema su cui sarebbe necessario discutere e confrontarsi nelle istituzioni e in Parlamento, perché altrimenti il rito delle nomine si esaurisce, poi abbiamo grandissime realtà che rischiano di andare in ordine sparso” dichiara a Radio Popolare il responsabile economico della segreteria del Partito Democratico Antonio Misiani

“Noi abbiamo degli obiettivi di decarbonizzazione, di neutralità climatica al 2050, ecco, non si fa la decarbonizzazione in questo Paese e non si cambia il modello energetico senza un ruolo chiave, coordinato e strategico di queste grandi realtà a partecipazione pubblica. Bisogna pronunciare parole chiare su questo”. 

“Non so se possa essere un elemento di preoccupazione il ruolo di Meloni all’interno della sua maggioranza –ha continuato Misiani– mi preoccupa molto di più che il Paese perda di vista gli obiettivi strategici, limitando queste scelte a un’operazione di potere all’interno della maggioranza, in cui è evidente il ruolo strabordante di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, ma in modo totalmente disconnesso rispetto a quelli che dovrebbero essere i grandi obiettivi strategici del Paese. Senza obiettivi chiari, resta di rimanere un esercizio di potere fine a se stesso”.