Ci è voluto un po’, ma alla fine anche la politica ha preso posizione. La buona notizia è che lo ha fatto in modo unitario, lasciando almeno una volta da parte ideologie e battaglie da campagna elettorale. Attraverso un comunicato stampa congiunto, infatti, i bergamaschi Daniele Belotti (onorevole della Lega), Elena Carnevali (onorevole del Pd), Antonio Misiani (senatore del Pd) e Dario Violi (consigliere regionale del M5S) hanno chiesto alla famiglia Pesenti di fare qualcosa per aiutare quegli ex dipendenti della Italcementi che hanno pagato con il proprio posto di lavoro il passaggio di proprietà del cementificio ai tedeschi di Heidelberg.

 

 

I fatti, come è noto, risalgono all’estate 2015: Italcementi, storica azienda con una fortissima radicazione sul territorio orobico, sarebbe diventata tedesca. Un passaggio di proprietà che ha portato circa 1,67 miliardi di euro nelle tasche dei Pesenti senza però alcuna garanzia per i lavoratori. Che, infatti, sono stati vittime di una «riorganizzazione» aziendale che si è tristemente conclusa all’inizio del 2019, quando 180 lavoratori impiegati nella sola provincia bergamasca e che avevano aderito al piano sociale hanno subìto la fine della cassa integrazione e sono stati licenziati.

Da subito, i sindacati avevano puntato il dito contro Carlo Pesenti, ex ad di Italcementi, reo, a loro parere, di non aver previsto nell’affare alcuna clausola di garanzia per i dipendenti. Ora, a distanza di tre anni e mezzo, anche la politica (seppur con toni ben diversi) chiede alla famiglia Pesenti un atto di responsabilità: «Questi uomini e donne non devono essere abbandonati – scrivono Belotti, Carnevali, Misiani e Violi -. La responsabilità sociale non può rimanere un mero slogan: deve tradursi in progetti concreti, che diano il segno di una reale attenzione al territorio e alla comunità. Per questo vi invitiamo a mettere in campo un intervento concreto a favore di questi lavoratori e delle loro famiglie. La Fondazione Pesenti, ad esempio, potrebbe…