misiani,lombardi,pd,pdl,m5s,finanziamento pubblico,partitiPd e Pdl non riescono a trovare un accordo sul ddl che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il Pd ha proposto un tetto massimo annuo di 100 mila euro a donazione, ma il Pdl non ci sta. 



 

Finanziamento pubblico ai partiti, Lombardi, m5s: “Privilegiamo le microdonazioni”

Il movimento 5 stelle, da parte sua, ne propone l’abolizione con un disegno di legge e fissa un tetto massimo di 5000 euro. “Privilegiamo le microdonazioni, in modo tale da evitare quei fenomeni di finanziamento mascherato da parte delle lobby” – ha detto detto l’onorevole Roberta Lombardi del m5s. “Noi stiamo cercando di ridare una dimensione normale alla politica, riconducendola anche alle condizioni economiche delle famiglie e alle difficoltà che incontrano nel far fronte alle spese di ogni giorno”. La posizione del m5s sulla questione è chiara: “Siamo in Parlamento quindi cerchiamo di migliorare il più possibile a favore dei cittadini quelli che sono i provvedimenti in esame” – riassume Roberta Lombardi. 

 

Finanziamento pubblico ai partiti, Misiani, Pd: I” cittadini devono avere la possibiltà di scegliere se e quanto finanziare le forze politiche”

Il tesoriere del Pd Antonio Misiani parla invece di un’operazione su due livelli: “I cittadini devono avere la possibiltà di scegliere se e quanto finanziare le forze politiche in ottica di una maggiore democratizzazione del sistema di finanziamento dei partiti. Inoltre, l’autofinanziamento e il finanziamento proveniente dai privati devono essere orientati verso tante piccole donazioni, e questo secondo noi lo si deve fare costruendo un sistema di detrazioni fiscali che incentivi le microdonazioni, ponendo un tetto massimo per impedire il condizionamento dei grandi finanziatori”. Riferimento troppo esplicito al suo leader secondo il Pdl, che non accetta la norma e resta fermo sulle sue posizioni. In attesa dell’incontro in aula a Montecitorio previsto per le 16.00, due sono i possibili scenari: il voto di fiducia o il rinvio della norma, la cui entrata in vigore sarebbe in tal caso rimandata di un anno.