Al dibattito è intervenuto il senatore Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio.

CATANIA – Quale futuro a partire dal dissesto, quale idea di città dopo l’erogazione dei fondi destinata a “salvare Catania” e ridare una boccata d’ossigeno alle casse comunali? Un dibattito complesso, articolato, promosso dai Progressisti Dem del Partito democratico, l’area più a sinistra del soggetto guidato da Nicola Zingaretti. L’intervento più atteso è stato quello del senatore Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama.

L’assemblea pubblica è stata convocata dal componente dell’assemblea nazionale Gaetano Palumbo “non tanto per guardare al passato – ha detto introducendo la tavola rotonda – ma per disegnare un percorso che sia in funzione della nostra comunità cittadina e politica”. Insomma, il partito come luogo di analisi, critica e confronto. Non fosse altro che quello del dissesto non è un incidente di percorso, tra gli altri, nella vita amministrativa del capoluogo etneo. In fondo, “Catania è l’unica città metropolitana d’Italia ad aver imboccato la via del dissesto” – ha sottolineato Bruno Viaggio, avvocato ed esperto di diritto tributario.

“Il rischio paralisi c’è ancora”, denuncia invece Sergio Cosentino. “Oltre a intercettare i fondi, l’amministrazione Pogliese non ha fatto null’altro per invertire la rotta”, ha detto. L’analisi di Cosentino tuttavia si spinge ben oltre e investe anche il suo stesso partito. “Paghiamo oggi la scelta di non avere presentato alcuna lista”. Il riferimento è alla scelta politica di non aver presentato il simbolo Pd alle elezioni amministrative di un anno fa, spacchettando la proposta dem in più civiche riconducibili però ai maggiorenti di via Umberto. Con il risultato reale che attualmente il Pd è nominalmente (e non solo) fuori da Palazzo degli Elefanti.

A prendere nota delle invettive di Cosentino c’erano il segretario provinciale Enzo Napoli, il deputato Ars Anthony Barbagallo e l’ex parlamentare Giuseppe Berretta; in fondo alla sala, invece, l’ex assessore di Enzo Bianco, Angelo Villari, e l’esponente uscente di Montecitorio, Luisa Albanella. “Quello del Comune di Catania è un caso esclusivamente nazionale”, addrizza il dibattito Antonio Misiani, che ha ricostruito la storia della crisi dei conti etnei senza omettere che quella stessa storia ha visto protagonisti esponenti di entrambi i colori politici. “L’errore è stato che il predissesto è stato varato in forza di una valutazione sottostimata della massa debitoria”, ha spiegato. “Tuttavia, la normativa sul dissesto va mutata”, ha concluso. A margine del dibattito sono intervenute le cosiddette parti sociali (Cisl, Uil, LegaCooperative, Confcooperative, Cna) e rappresentanti dei Giovani Democratici e del Movimento giovanile della Sinistra – Articolo 1.