Il testo del mio intervento al dibattito del 2 maggio al Circolo Minardi

La storia delle mafie in Lombardia è una storia di infiltrazione silenziosa e colpevolmente sottovalutata

Il 22 gennaio 2010 l’allora prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, affermò che “A Milano la mafia non esiste. Ci sono singole famiglie mafiose ma la mafia non esiste”

Il 15 novembre 2010 lo scrittore Roberto Saviano nel corso della trasmissione “Vieni via con me” denunciò le infiltrazioni delle mafie al Nord, accostando alcuni esponenti della Lega alla ‘ndrangheta. Ne nacque una durissima polemica con Roberto Maroni e una raccolta firme contro Saviano promossa dal direttore de Il Giornale Vittorio Feltri.

Il 3 aprile 2012 le procure di Milano e Reggio Calabria inviarono un avviso di garanzia a Francesco Belsito, tesoriere nazionale della Lega Nord, accusato – oltre che di truffa ai danni dello Stato e finanziamento illecito dei partiti – anche di riciclare il denaro sporco della ndrangheta, della potentissima cosca De Stefano di Reggio Calabria

La mafia in Lombardia esiste.

Esiste dagli anni cinquanta, quando i primi malavitosi calabresi vengono mandati al confino nel Nord. La prima generazione della ndrangheta si insedia a Buccinasco, S. Donato milanese e S. Giuliano milanese.

Giacomo Zagari, nativo di San Ferdinando nella piana di Gioia Tauro, è il primo boss lombardo della ndrangheta, attivo a Gallarate dalla metà degli anni cinquanta

Alla metà degli anni settanta risale il primo salto di qualità con la stagione dei sequestri, iniziati nel 1972 da Cosa nostra con il rapimento dell’imprenditore Piero Torielli a Vigevano

All’inizio degli anni ottanta la ndrangheta entra nel business del narcotraffico, appoggiandosi all’inizio a Cosa nostra per poi mettersi rapidamente in proprio
Tra il 1986 e il 1989, come accertato dall’inchiesta Nord-Sud, si svolgono due summit a Torino e Milano coordinati dal boss mafioso Nitto Santapaola. I summit si concludono con il riconoscimento della preminenza della ‘ndrangheta in Lombardia. Il boss Antonio Papalia viene indicato come punto di riferimento

Alla fine degli anni novanta Cosa nostra, indebolita in Lombardia dalle inchieste giudiziarie, cede definitivamente il passo alla ‘ndrangheta, che domina in modo incontrastato il mercato della cocaina e crea una rete imprenditoriale che spazia dall’edilizia al movimento terra, dalle discoteche alle sale bingo fino alle attività finanziarie illecite

All’inizio degli anni duemila la ‘ndrangheta si afferma come l’organizzazione criminale più potente d’Italia e una delle più potenti del mondo

Il 13 luglio 2010 la maxi operazione “Infinito” porta a 400 arresti, di cui 160 in Lombardia, rivelando i primi tentativi della ‘ndrangheta di infiltrarsi negli appalti di Expo 2015 attraverso la Perego General Contractor e l’appoggio politico di Antonio Oliviero, ex assessore della giunta Penati passato poi con Podestà

Emergono i legami tra imprenditoria, ‘ndrangheta e politica istituzionale. Viene alla luce una zona grigia sistemica, dove si incontrano mafia, affari e politica.

Il 17 gennaio 2012 l’ex assessore del pdl alla regione Lombardia Massimo Ponzoni è accusato di aver avuto appoggio elettorale dalla ‘ndrangheta nelle elezioni regionali del 2005.

Il 10 ottobre 2012 viene arrestato, insieme ad altre 19 persone, l’assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti del Pdl accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione

Il 16 ottobre 2013 viene sciolto il primo comune per mafia in Lombardia: Sedriano (MI)
Il 16 dicembre 2013 la relazione presentata dal prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca alla Commissione parlamentare antimafia riunita a Milano rivela “una tendenza che si sta delineando e sempre più consolidando di una penetrazione nei lavori Expo di imprese contigue se non organiche alla criminalità organizzata”

Secondo la relazione 2013 della Direzione nazionale antimafia, presentata il 24 gennaio 2014, dal 2011 al luglio 2013 la Prefettura di Milano ha individuato 15 imprese impegnate nei lavori di Expo 2015 oggetto dei tentativi di infiltrazione mafiosa

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore del 7 febbraio 2014 tra il secondo semestre 2012 e il primo semestre 2013 sono pervenute alla Dia e alla Dna 334 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette riferibili alle mafie. Di queste, 84 interessano la Lombardia. Delle 161 segnalazioni riferibili alla ‘ndrangheta, 55 interessano la Lombardia e solo 8 la Calabria

Il 2 aprile 2014 l’operazione della guardia di finanza Metastasi porta all’arresto di 10 persone tra cui presunti esponenti dei Trovato del locale di Lecco, il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo che sarebbe anche affiliato e il sindaco del comune di Valmadrera Marco Rusconi

Il 4 marzo 2014 un’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dalla Dda milanese, ha portato all’emissione di 47 ordinanze di custodia cautelare, tra cui tre  relative a Vincenzo Cotroneo, 41enne nato a Treviglio e residente a Calvenzano, Maurizio Morabito, 49enne calabrese di fatto residente ad Almè, e Ramon Giuseppe Stillitano, 30enne nato a Treviglio e residente a Misano Gera d’Adda.

Il 22 aprile 2014 la Dda di Catanzaro ha disposto perquisizioni e sequestri di documenti negli uffici di RTL 102.5, rivelando che il boss Nicola Tripodi, capo del clan dei Tripodi di Vibo Valentia, risultava, pur senza lavorare, dipendente della “Gesti.Tel srl”, ritenuta una società di fatto di Rtl.

2) Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata al 7 gennaio 2013 gli immobili e le aziende confiscati alle mafie erano 12.946 in tutta Italia. Di questi, 1.186 sono in Lombardia, al quarto posto dopo Sicilia, Campania e Calabria

Questa è la situazione in Lombardia.

Che fare?

Un’agenda di lavoro l’ha indicata il presidente del consiglio Matteo Renzi con una lettera aperta a Roberto Saviano pubblicata da La Repubblica il 2 marzo 2014.

  • introdurre nel codice penale il reato di autoriciclaggio;
  • ripensare lo strumento della certificazione antimafia;
  • riformare l’Agenzia nazionale beni confiscati;
  • rendere più efficace la normativa sullo scioglimento dei comuni infiltrati dalle mafie;
  • attuare la legge 190/2012 contro la corruzione. Il 28 aprile si è ufficialmente insediato il nuovo commissario anticorruzione, Raffaele Cantone, magistrato impegnato per anni contro la camorra;
  • accrescere il sostegno alle vittime delle mafie e a chi collabora con la giustizia.

Sono tutti punti condivisibili, che puntano a combattere il cuore di Mafia Spa, gli affari, i capitali accumulati illecitamente, la rete di complicità e connivenze

In Lombardia è necessario uno sforzo particolare.
In Lombardia è necessaria, ad un anno dall’avvio di Expo 2015, un’alleanza contro le mafie tra politica, magistratura, forze dell’ordine, società civile.

C’è un grande lavoro da fare:

  • sensibilizzare un’opinione pubblica distratta, sostenendo tutte le realtà associative impegnate su questo fronte e lavorando a tappeto nelle scuole
  • organizzare a livello locale la reazione contro le mafie, lavorando sulla trasparenza degli appalti, sulla vigilanza e denuncia delle infiltrazioni mafiose, sulla diffusione della cultura della legalità, sul riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.

Dobbiamo farlo, con l’umiltà di imparare da chi in Sicilia, in Campania e in Calabria la reazione civile contro le mafie la organizza e promuove da più di vent’anni.