«Il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, conferma le promesse fatte lo scorso anno dal ministro Angelino Alfano, con le quali si garantiva la continuità operativa del commissariato di Treviglio. Quindi niente chiusura». Ad affermarlo è il parlamentare bergamasco del Partito democratico, Antonio Misiani, al termine del colloquio avuto nel tardo pomeriggio di ieri col viceministro. «Lo studio sulla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni e del sistema della sicurezza è ancora in atto – ha evidenziato Misiani –, ma il fatto che il viceministro parta da questi presupposti e quindi dagli orientamenti di Alfano, ci fa ben sperare. Di certo è che noi parlamentari terremo alta l’attenzione sulla questione per fare in modo che il commissariato di Treviglio non chiuda e arrivi il potenziamento di personale anche negli altri presidi».

Un annuncio che porta il parziale sereno, all’indomani delle poco confortanti prospettive rese note da Forza Italia anche durante la seduta consiliare di Treviglio, dove il capogruppo Paolo Melli aveva pubblicamente dichiarato che il commissariato cittadino avrebbe chiuso. L’incertezza comunque resta.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario regionale del Silp (Sindacato italiano lavoratori polizia) Daniele Bena, convinto che la riorganizzazione avrà delle ricadute sul sistema di sicurezza. «A nostro parere è necessaria una riforma del comparto sicurezza che riduca gli sprechi aumentando il valore dei servizi per i cittadini. I criteri che devono essere alla base del processo di riordino – secondo Bena – sono la valorizzazione delle specificità delle funzioni da assegnare ai diversi attori del comparto, il coordinamento funzionale, l’eliminazione delle sovrapposizioni e una modifica degli assetti e soprattutto dei livelli gerarchici di funzionamento». A proposito del commissariato di Treviglio, il segretario regionale Silp, sostiene: «Gli impegni e i carichi di lavoro per la polizia non sono paragonabili a quelli di molte altre realtà con cui Bergamo viene paragonata. In questo ambito va collocata la funzione del commissariato di Treviglio, unico nella provincia con competenze che abbracciano tutti i comuni della Bassa Bergamasca, area con un forte sviluppo e attraversata da importanti infrastrutture».

Nonostante gli impegni presi pubblicamente dal ministro Alfano, evidenzia Bena, «dopo lo straordinario impegno bipartisan di molte forze politiche, economiche e sociali, il commissariato, pur essendo stato tolto dalla lista di presidi di cui il dipartimento della polizia di Stato ipotizzava la soppressione, non è stato rinforzato e anzi, da quando quegli impegni sono stati assunti, sono state perse e non sostituite alcune risorse».

C’ è spazio anche per una considerazione sull’operatività della Questura di Bergamo: «Perdura una forte sottovalutazione da parte degli uffici centrali dell’impegno che richiede una provincia come quella bergamasca. Si ignora la situazione economica e sociale del territorio e la questione sicurezza in una area così importante dal punto di vista economico, ma talvolta troppo debole da quello politico». Conclude Bena: «Non può quindi essere accolta la logica dei tagli di spesa dal momento che, anche nei mesi scorsi, sono state fatte importanti assegnazioni di nuovo personale in altre realtà trascurando, per l’ennesima volta, Bergamo e Treviglio».

Sulla questione legata al futuro del commissariato è intervenuta anche la segreteria cittadina del Pd con l’avvocato Laura Rossoni, responsabile provinciale di partito del Dipartimento sicurezza: «Finora non è stata adottata alcuna decisione in merito. Stiamo tenendo alta l’attenzione anche attraverso i nostri parlamentari bergamaschi Misiani e Sanga che sono in contatto con il ministero dell’Interno per fare valere le ragioni del mantenimento del commissariato trevigliese». Secondo Laura Rossoni è inutile lanciare allarmismi: «Bisogna adoperarsi perchè al governo comprendano l’importanza di un presidio nella pianura bergamasca».