lobbyUn’interrogazione urgente al governo per fare piena chiarezza su quanto denunciato dalla trasmissione “Le Iene” in merito ai rapporti di interesse tra parlamentari e alcune lobby economiche tra cui quelle legate al settore dei giochi. La presenterà nelle prossime ore il deputato del Pd Antonio Misiani. 

Al governo l’esponente democratico chiede di accertare “la natura delle relazioni intercorse e verificare se vi siano state condotte che esulano dai limiti previsti dal mandato parlamentare”. “La dura reazione del presidente del Senato Grasso è condivisibile e pone il tema della regolamentazione dei rapporti fra politica, lobby e gruppi di interesse – sottolinea Misiani al VELINO -. È necessario dare la massima trasparenza a questi rapporti mentre in Italia ora domina l’opacità con il rischio che si creino relazioni poco chiare, per non dire di peggio”. Misiani spiega come la questione si leghi anche al tema della riforma del finanziamento pubblico ai partiti: “Porremo questo tema da un punto di vista normativo perché la tracciabilità dei finanziamenti è un requisito necessario ma non sufficiente. Sarebbe auspicabile una forte incentivazione delle piccole donazioni anche attraverso una marcata detassazione per fare in modo che i partiti siano finanziati dalla massa dei cittadini e non da pochi grandi donatori che poi li condizionano. Il rischio di una privatizzazione del finanziamento ai partiti senza regole chiare è che la politica perda la propria autonomia. Periodicamente si parla di dinamiche di questo genere che rischiano di crearsi con tutti gli interessi privati che dipendono dalla regolamentazione pubblica. Gli interessi dei privati possono anche essere legittimi ma devono essere portati avanti alla luce del sole”. A questo proposito Misiani si dice favorevole alla creazione di un albo dei lobbisti sull’esempio degli Stati Uniti. Una possibilità che era stata peraltro prevista dalla relazione dei saggi consegnata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Un albo sarebbe sicuramente utile. Oggi nelle commissioni e nei corridoi c’è un via vai di lobbisti più o meno ufficiali. Istituire un apposito registro darebbe piena trasparenza al loro operato così come avviene per esempio negli Stati o al Parlamento europeo”.