FINANZIAMENTOOggi il consiglio dei ministri abolirà il finanziamento pubblico ai partiti e introdurrà il 2 per mille. Il tesoriere del Nazareno parla di cassa integrazione

Quella frase non l’ha mai pronunciata, ma il messaggio è chiaro: «La situazione è drammatica e con l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa inevitabile il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti». Le parole battute dall’Ansa nel pomeriggio e attribuite al tesoriere del Pd Antonio Misiani nel corso di un incontro ieri con i dipendenti del Nazareno sono smentite dai presenti, circa cinquanta persone: «Non le ha mai dette, non ha mai parlato di numeri».

Però la situazione è seria, le casse del Nazareno piangono e il bilancio del 2012 è stato chiuso in passivo. «Tra l’altro il partito non è un’azienda, i contratti di solidarietà non sono previsti e la cassa integrazione è solo quella in deroga» spiegano i rappresentanti dei lavoratori dopo l’incontro con Misiani e alla vigilia di un consiglio dei ministri importante che taglierà in modo graduale (tre anni) il finanziamento pubblico e introdurrà il meccanismo del 2 per mille e dalle contribuzioni volontarie. «Strumenti che difficilmente  colmeranno il vuoto dei soldi pubblici» ammette Misiani. A quel punto sarà inevitabile il ricorso agli ammortizzatori sociali anche se il tesoriere del Pd pensa anche a una diminuzione del numero degli attuali 180 dipendenti, tra i quali sono pochissimi quelli in età da prepensionamento.

«E’ inevitabile un ridimensionamento della struttura» spiega Misiani che già da tempo aveva annunciato il superamento del finanziamento pubblico dei partiti. «Con le rappresentanze dei lavoratori discuteremo degli strumenti da adottare, ancora nulla è stato deciso» spiegherà poi all’Agi precisando che «non ho mai parlato di numeri e del resto non sarei in condizione di farne perché la nuova normativa in arrivo non è nota ed è impossibile stimare oggi le eventuali entrate del 2 per mille».

E intanto, dopo Matteo Renzi, anche un altro drappello di deputati del Pd chiede l’abolizione del finanziamento pubblico, a sostegno dell’iniziativa del premier. «La crisi della politica e l’elevato

grado di astensionismo segnano un passaggio ineludibile che rende necessaria una rilegittimazione dei partiti in Italia» si legge nella proposta di legge del Pd a firma tra gli altri dei deputati Tocci, Civati, Madia, Mucchetti, Rotta, Mineo, Decaro con la quale si chiede lo stop al finanziamento pubblico ai partiti. Il provvedimento prevede tre strumenti per ripartire della libera scelta dei cittadini: il contributo pari all’uno per mille del gettito Irpef da ripartire secondo le indicazioni dei contribuenti; il credito d’imposta per le libere donazioni private con massimali ben definiti; il rimborso parziale delle spese elettorali effettivamente sostenute. Sono escluse, quindi, tutte le forme di finanziamento diretto dello Stato che non siano legittimate dalla scelta dei cittadini.