Il quadro. Misiani: e potrebbe esserci un altro stanziamento da 70 milioniAveva proposto una
cabina di regia e il territorio ha
raccolto al volo l’invito. «Ho illustrato
il lavoro che il governo
sta facendo per sostenere la
Bergamasca e i territori più
colpiti. Quanto stiamo mettendo
in campo per affrontare
l’emergenza sanitaria, progettare
la riapertura progressiva
delle attività economiche e
aiutare le famiglie e le imprese
a reggere l’impatto della crisi e
a ripartire». Soprattutto a ripartire.
Antonio Misiani, viceministro
dell’Economia (e senatore
Pd) è convinto che «sì,
ce la faremo. Abbiamo ancora
davanti mesi difficili ma non
ho dubbi che ce la faremo».
Bergamo «è la mia terra, ha
sofferto un dramma senza
precedenti: stare al fianco dei
bergamaschi è un dovere e una
responsabilità che sento molto
forte». E assicura: «Se la
manovra si attesterà sui 50
miliardi, l’impatto sarà superiore
al miliardo per le famiglie
e le imprese bergamasche
». Sotto diverse forme: «Il
decreto rifinanzierà gli ammortizzatori
sociali, il contributo
per gli autonomi e i professionisti:
ci sarà un importante
sostegno per gli enti locali
e un primo pacchetto di misure di ristoro a fondo perduto
per le imprese».
«Un confronto fondamentale»
Agli enti locali bergamaschi
«arriveranno oltre 70 milioni
di euro del pacchetto da 3,5
miliardi concordato con Anci
e Upi. A queste risorse vorremo
aggiungere uno stanziamento
ad hoc per le province più colpite dal Covid-19, come

sollecitato anche dai parlamentari
bergamaschi del Pd».
E la speranza (nemmeno tanto
segreta, Misiani qualcosa
ha detto nel collegamento alla
Camera di Commercio» è di
mettere sul piatto altri 60-70
milioni.
«Il confronto con il mondo
economico e sociale bergamasco
è fondamentale: per noi è
molto importante capire l’impatto
concreto sul territorio
delle misure che stiamo adottando,
ed è chiaro che Bergamo
riveste un’importanza del
tutto particolare» prosegue
Misiani. Ma soprattutto «dobbiamo
progettare sul territorio
come ripartire e affrontare
il futuro. Per questo la cabina
di regia in Camera di Commercio
può davvero svolgere
un ruolo prezioso. Noi siamo a
disposizione». Per ripartire,
con un punto fermo: «Avere la
certezza che l’epidemia sia
sotto controllo. Riaprire, cioè,
appena avremo la certezza che
i luoghi di lavoro sono in piena
sicurezza. Sarà questo il passaggio
determinante per aiutare
famiglie e imprese a rimettersi
in piedi. Noi stiamo
facendo di tutto per sostenere
i territori più colpiti, garantendo
sostegno al sistema sanitario,
portando medici e infermieri,
mettendo in campo
misure per fronteggiare
l’emergenza economica e sociale».
Il Politecnico di Torino
«Ora serve mettere a punto un
metodo d’attuazione delle linee
guida che ci verranno date
a livello nazionale e regionale» commenta Remo Morzenti
Pellegrini, ieri presente al
tavolo. Ma il rettore prova anche
ad allargare l’orizzonte di
riferimento, con lo scopo di
arrivare il prima possibile a
misure operative «che tengano
conto della complessità
della situazione nel territorio
bergamasco. Purtroppo decisamente drammatica».
«Esiste per esempio un documento
del Politecnico di Torino che prevede tra le altre
misure una centrale territoriale
di coordinamento delle
azioni attuative che queste linee
guida pongono». Documento
espressamente citato
ieri nel suo intervento. e dal titolo
emblematico: «Imprese
aperte, lavoratori protetti».
Una sorta di dichiarazione
d’intenti per la fase 2, e successive
soprattutto, che abbraccia
tutti gli ambiti, dal lavoro ai trasporti.
«Nella Bergamasca esiste
già un luogo di confronto come
il Tavolo competitività e
sviluppo, l’auspicio e che si
possano valutare al più presto
quali misure concrete si posssano
applicare con gradualità
e differenziazione laddove necessario» conclude Morzenti Pellegrini.
D. N.