“Le stime dell’impatto sull’occupazione del DL dignità sono certamente discutibili.
Lo sono perché – contrariamente a quanto sostiene Di Maio – la perdita di posti di lavoro è SOTTOSTIMATA.
La relazione tecnica, infatti, prende in considerazione solo l’effetto della riduzione della durata massima dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi.
Il DL dignità, però, prevede anche altre restrizioni del tempo determinato: la reintroduzione delle causali e un contributo aggiuntivo dello 0,5% dopo il primo rinnovo, nonché la riduzione del numero di proroghe da 5 a 4.
Nella relazione tecnica non c’è alcuna stima degli effetti di queste ulteriori misure.
Sono invece del tutto assenti incentivi alla trasformazione dei contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato (per il quale si prevede invece l’aumento dell’indennità minima e massima per il licenziamento ingiustificato).
Stando così le cose – tanti, probabilmente troppi disincentivi per il lavoro a termine e nessun incentivo per quello stabile – è del tutto evidente che l’impatto del decreto sarà negativo.
Molto più negativo di quanto prevede la tanto contestata relazione tecnica.
È l’eterogenesi dei fini di un decreto che persegue un obiettivo condivisibile (la riduzione della precarietà del lavoro) ma lo fa con un insieme di misure che avrà effetti controproducenti”. Lo scrive su Facebook il senatore Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama.