Tutto rinviato a dopo la scadenza del 30 settembre. Solo allora, per evitare problemi di gettito, e non secondari problemi di mancata compilazione e raccolta dati per il 2018, potrà avvenire l’apertura a considerare gli Isa materiale statistico
di Cristina Bartelli

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Per gli Isa dal 1° ottobre inizierà la fase due. Niente da fare fino alla scadenza del 30 settembre per una proroga dei versamenti sul filo di lana o una dichiarazione d’urgenza della sperimentalità dello strumento, come continuano a chiedere i professionisti. Il viceministro all’economia, Antonio Misiani, ha chiuso ieri la porta alle richieste di questo tipo (si veda articolo di ItaliaOggi del 24/9/19) . Secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, tutto è, dunque, rinviato a dopo la scadenza del 30 settembre. Solo allora, per evitare problemi di gettito, e non secondari problemi di mancata compilazione e raccolta dati per il 2018, potrà avvenire l’apertura a considerare gli Isa materiale statistico, coinvolgendo maggiormente i professionisti per la manutenzione e l’affinamento delle pagelle fiscali che hanno sostituito (con molti rimpianti) gli studi di settore. Al momento tutto resta fermo: il gettito rappresenta una priorità per l’esecutivo rispetto alle richieste quotidiane di stop degli Isa e di semplificazione dei professionisti. Misiani, a margine di un convegno a Torino, ha dichiarato che: «La sospensione, o la disapplicazione, non è praticabile perché aprirebbe un serio problema dal punto di vista dei conti pubblici. Vogliamo sederci attorno a un tavolo, come è stato fatto nella fase iniziale di predisposizione degli Isa, con i commercialisti e con l’Agenzia delle entrate e tutti i soggetti coinvolti, per vedere, punto per punto, le anomalie e le disfunzioni per migliorare uno strumento che ha le potenzialità per migliorare il rapporto tra contribuenti e fisco, se costruito e implementato nel migliore dei modi». Il consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha, ieri, inviato una nota in cui offre tre opzioni per uscire dal ginepraio degli Isa: «Rinviare l’applicazione degli Isa, al periodo d’imposta 2019», scrivono i vertici dei consulenti del lavoro, «oppure prediligere un utilizzo ai soli fini statistici e senza valenza tributaria per l’anno d’imposta 2018. In alternativa, nel caso venisse confermata l’applicazione per il 2018, introdurre una moratoria di almeno un anno di tutte le sanzioni per eventuali errori».

Il nodo dunque è ancora il gettito. Quello ereditato dagli studi di settore di circa 1, 9 mld a cui si aggiunge il gettito proprio degli Isa per la loro spinta all’adeguamento spontaneo di oltre un miliardo e quattrocento milioni.

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In un quadro in cui anche la proroga dei versamenti di giugno sta provocando un ritardo nel completamento dei calcoli per la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, la richiesta di una proroga per i versamenti legati agli Isa è vista come praticamente impossibile dai tecnici del ministero dell’economia. Intanto nessuna delle sigle che hanno annunciato lo sciopero ha ricevuto una convocazione dal ministero dell’economia, nessun contatto anche con i vertici degli ordini coinvolti, c’è un pressing praticamente bipartisan da parte dei parlamentari di camera e senato per individuare una soluzione e un percorso. Infine il consiglio nazionale dei dottori commercialisti sta valutando se esistono dei presupposti normativi per accogliere la richiesta di alcuni iscritti e presentare un ricorso al Tar sul decreto di modifica in corsa di alcuni aspetti degli Isa di agosto.